sabato 30 luglio 2016

Cap Frehel, Lamballe, Rennes... ritornare

 di Giulia Cocchella

Bisogna fare un bel respiro, per ritornare. Riempire bene d'aria i polmoni - farla girare in ogni angolo nascosto della nostra geografia buia - ossigenare ancora una volta ogni cellula, ogni pensiero, quindi svuotarsi di tutto, espirare, restituire il mare al mare, la luce alla luce. 
Ogni viaggio lascia un'impronta interiore: il passo è già stato fatto, resta l'orma.


Plage de la Fosse non ne ha neanche una, quando io e Valeria arriviamo: le prime impronte sulla sabbia, se non si contano quelle gentili dei gabbiani, sono le nostre.




Una spiaggia così non l'abbiamo mai vista. Non servono molte parole: incontaminata.





La marea fa ritornare l'acqua dalla spiaggia al mare - il mare al mare - invertendo il ritmo dell'onda. Anche il mondo è capovolto nel suo riflesso.






Si trovano piume per scrivere sulla sabbia, collane che il mare regala alla vanità di chi passa.



Il cielo è ora sereno, ora scuro, il mare invita a bagnarsi ma fa freddo.




Le alghe disegnano sulla sabbia giganteschi segni di interpunzione che la marea cancellerà già stasera.







 

 



La scala si avvita, il panorama vacilla poi si ferma sulla riga dritta dell'Oceano.








Porte azzurre, serrature con chiavi rotonde che invitano a entrare. 
Qualche porta l'abbiamo lasciata chiusa, qualche altra ci si è spalancata davanti con la forza che solo i panorami all'improvviso...
Seguiamo i colori del tramonto, veloci, per non perdere neanche un lembo di cielo. E in cambio perdiamo la strada. 
Domani si farà giorno, e ritorno. Un bel respiro.