di Giulia Cocchella
Tra tutta la bigiotteria da bici che potete comprarvi – o
farvi regalare dall’uomo a pedali del vostro cuore – il campanello è
l’accessorio che riserva più soddisfazioni.
Tradizionale, oversize, a forma di cocomero, di contachilometri
o di ratto, una volta che lo avrete fissato alla bici potrete andare in giro anche
senza orecchini: l’eleganza è al vostro manubrio.
Sì perché, diciamolo, nel traffico cittadino il campanello è
come un lemming in mezzo ai lupi artici (se proprio siete fortunati al vostro drin-drin
si scansano i pedoni, quando non hanno le cuffie) perciò la sua funzione è
soprattutto estetica.
Nel caso in cui non scegliate una tromba bitonale da
passeggio (pure disponibile in commercio), aggressiva, riflessante naturale per
chiunque si trovi nei paraggi, ma poco in linea con un mezzo di trasporto
discreto e silenzioso quale la bicicletta, potrete optare per un campanello
retrò.
Se poi la vostra bici è molto seriosa e desiderate
stemperarla un po’, o anche se l’effetto d’insieme, ciclista più bici,
risultasse, come a volte accade, troppo ammodo, niente sarà più efficace di un
animale a sonagli.
Al contrario, fossimo in presenza di un mezzo già
personalizzato a dovere, magari in uno di quei giorni in cui il picco
ovulatorio vi fa sentire irresistibilmente creative (insomma, per
esemplificare, se vi ritrovate un telaio zebrato o fluo), potrete ingentilire
l’effetto d’insieme con un campanello di gusto sobrio.
Ancora dubbi sulle potenzialità di questo accessorio?
Allora date uno sguardo alle proposte del sito www.miniinthebox.com
Troverete teiere per le nostalgiche dell’ora del tè, palloni
da calcio per chi evidentemente ha sbagliato sport,
campanelli con bussola per pedalare sempre nella giusta
direzione, o con il berretto anti-insolazione per le più ansiose.
Se il traffico è molesto, il ciclista urbano deve dotarsi di strumenti di difesa…
…o quantomeno ostentare aggressività.
C’è poi chi della produzione artigianale di campanelli ha
fatto un mestiere: è Annie Legroulx, che dal 2005, nel suo studio di Montreal,
produce e commercializza le sue meravigliose creazioni dipinte a mano. Le
vernici, ecologiche e prive di solventi e sostanze tossiche, sono in grado di
resistere a tutte le condizioni meteo.
Anche una designer di San Pietroburgo, Yeka Haksi, ha ideato una serie di campanelli
originalissimi, per materiali e forme (ma non è chiaro se siano in vendita…)
Insomma, a voi la scelta. E se siete tra coloro che non
sanno scegliere, compratene due, tre, sette: cambiate campanello in accordo con
l’abito!
Persino il Codice della strada lo prescrive: un velocipede,
per essere tale, deve avere due ruote, luci, catadiottri, freni e un
campanello.
Ma voi non fatelo per obbligo, fatelo per amore.
E se il vostro amore è per sempre, regalatele un campanello.
mitica Giulia! potresti venire a farci da visiting professor al Ciicloriparo!
RispondiEliminaUna lectio magistralis sui campanelli!