lunedì 5 luglio 2021

Ricominciare dall'Aida Est

di Giulia Cocchella

Da qualche parte è necessario ricominciare. Non perché sia più bello, giusto o lodevole (la resa è a volte bistrattata a sproposito), ma perché a pensarci bene non è possibile fare altrimenti. Così ricomincio, anzi ricominciamo, con un viaggio a pedali.


Con l'occasione, soffio via la polvere dalle pagine di questo blog, rimasto fermo così a lungo da farmi pensare che appartenesse ormai a quella particolare specie di passato che è meglio lasciar andare. Lo avevo messo nel cassetto delle cose che non sono più - diventato così pieno nell'ultimo anno - e invece mi sono sbagliata: è ancora il mio blog, sono ancora io.

La ciclovia dell'AIDA - Alta Italia Da Attraversare - parte dal Passo del Moncenisio e arriva a Trieste, attraversando Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli, per un totale di 930 km. Un bel progetto Fiab, che collega tra loro ciclabili, ciclovie e strade secondarie. Noi decidiamo di percorrere l'AIDA Est, da Verona a Trieste, seguendo le tappe proposte dalla bella guida di Ediciclo e partendo proprio dall'Arena: qui, l'altra Aida, quella di Giuseppe Verdi, è in cartellone ininterrottamente dal 1913.

Lunedì: giorno di arrivo in auto. Liberiamo le bici dal portapacchi e dedichiamo il pomeriggio a gironzolare per la città. Il primo incontro è con Salgari. Gioviale, eternamente bloccato nel gesto di raggiungere il cappello con la mano in segno di saluto, sembra contento di essere qui, nella sua città natale. Non gli parlo di nulla che possa disturbare il suo buonumore, messo così a dura prova quando era in vita. - Adesso - mi sussurra sotto il sole di mezzogiorno - resto qui fermo come si confà ai miei piedi di bronzo. Poi, quando scende la notte, vado in cerca di tigri tra le vie che dormono - . - Ci sono anche qui? - chiedo. - Tigri e pirati sono dappertutto - mi risponde serio. - Un viaggio fantastico! - mi augura poi, facendo l'occhiolino. 

Nel Duomo, l'Assunta di Tiziano si mostra in tutte le sue remore da Controriforma.

Se nell'Assunta dei Frari, Tiziano aveva messo l'aria e il volo, il rosso e la luce vera, coinvolgendo gli apostoli nell'ascensione celeste della Vergine, qui i dettami della riforma cattolica - anche se non ancora sanciti dal Concilio di Trento - imposero maggiore compostezza e ordine. Resta il clamore dei colori e la vitalità dei volti, che quasi ci sembra di aver già visto, di riconoscere.

Il balcone di Giulietta è vuoto: lei è scesa nel cortile e si fa fotografare, stancamente. - Non è certo casa mia... - ci spiega, tra un sorriso e l'altro. - Tutto un grandissimo equivoco, credetemi - replica, portando una mano sopra al cuore. Ha lo sguardo malinconico delle circostanze immutabili: i personaggi, sembra suggerire, vanno trattati con cura e lasciati nei loro libri, nei loro teatri. Senza fare tragedia se non possiamo toccarli.

Piazza delle Erbe è abbagliante di luce, riflessa dalla pietra chiara su cui camminiamo, dalle case che la circondano e dai teli bianchi che coprono i banchi del mercato. Madonna Verona, al centro della fontana, regge un cartiglio che riporta un antico motto. 

Le Arche Scaligere, complesso funerario trecentesco che celebra gli Scaligeri, antichi signori di Verona, stagliano i loro pinnacoli contro il cielo.

Gli scorci più belli ce li regala il Lungo Adige, con il Ponte Scaligero e le anse del fiume, che invitano lo sguardo a proseguire oltre le curve d'acqua e i pedali a girare ancora, ancora, le ruote a calcare la luce e le macchie d'ombra.



La ciclabile cittadina ci riporta al b&b. Domani si pedala verso Vicenza.







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