domenica 10 luglio 2022

Radicofani - Bolsena. Orizzonte d'acqua

   di Giulia Cocchella

La discesa da Radicofani è asfaltata per il primo chilometro, poi diventa uno sterrato abbastanza sconnesso e dalla pendenza a tratti molto decisa. C'è la possibilità, in alternativa, di rimanere sulla provinciale, ma scegliamo l'antica via Cassia, che promette panorami ancora più belli.




La tappa di oggi ci porterà a Bolsena, senza risparmiare sui colori - il giallo dei girasoli, l'oro del grano - e sulle contropendenze. Nessuno sconto nemmeno sulla temperatura, che risale non appena scendiamo dal borgo di Radicofani. 



Passiamo attraverso il centro storico di Proceno, al cui ingresso attende l'ormai consueta sagoma del viandante. Da questo bel borgo medievale inizia il tratto laziale della via Francigena. Appena fuori dal borgo, un banchetto di legno offre della frutta ai viandanti: ci si può servire e lasciare un'offerta libera nella cassetta rossa lì accanto. La somma raccolta, promette il cartello, verrà utilizzata per piantare nuovi alberi.



La discesa da Proceno ci fa perdere quota. Recuperiamo in salita verso Acquapendente - altro borgo di riferimento e passaggio per i pellegrini verso Roma - quindi proseguiamo in direzione Bolsena.
A sorpresa, si apre a un certo punto un orizzonte d'acqua, turchese. 
Compare proprio dritto davanti a noi, ortogonale alla strada che stiamo percorrendo, si spalanca come una finestra inaspettata, offre agli occhi un colore nuovo e insieme un'insolita aria di casa. 
Non è mare, anche se lo sembra. È il lago di Bolsena.


La strada ritorna a essere sterrata, contornata dai campi e dagli ulivi. L'orizzonte si mantiene azzurro, scintilla sotto il sole.



Appena arrivati, individuiamo senza difficoltà il nostro albergo: Bolsena è una città dalla pianta semplice, piuttosto ordinata, tutta protesa lungo i tre viali di accesso al lago. 
Una doccia, ci cambiamo e scendiamo verso il lungolago, seguendo un ampio viale alberato in morbida discesa. 
Tutti scendono al lago, o dal lago risalgono. Con la flemma - la sonnolenza, quasi - tipica di chi abita accanto all'acqua senza onde, o di chi vi trascorre una vacanza lunga, di giorni tutti uguali. 
Ci godiamo un gelato, passeggiando nelle pozze d'ombra formate dai platani secolari che fiancheggiano il viale. Il lago increspa alcune timide onde su una riva di terra e di sabbia, che spesso si fa erbosa.
Complice questa grande distesa d'acqua, incominciamo a propendere per la seconda variante della nostra vacanza: fermarci a Viterbo, quindi raggiungere la costa a Orbetello per qualche giorno di riposo al mare. È quello che faremo.
Cerchiamo un posto dove cenare e troviamo, in una piazzetta incastrata tra le case, un'osteria-pizzeria che esibisce il simbolo del pellegrino. Mangiamo bene - io chiudo con cantucci e vin santo - quindi raggiungiamo l'albergo. 









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